Tra il XV e il XVI secolo grandi velieri solcavano le acque del Mediterraneo. Molti di essi erano innocenti navi colme di tessuti, spezie, marmi e tesori provenienti dalle terre più remote dell’Asia e dell’Africa. Altrettante erano vere e proprie corazzate che trasportavano centinaia e centinaia di soldati che si contendevano le terre che si affacciavano sul mare. L’espressione “Mamma li Turchi” fu coniata a Otranto durante la sanguinosa invasione degli ottomani del 1480, quando la flotta turca del governatore di Valona Gedik Ahmet Pascià approdò a nord della cittadina salentina, su un tratto di spiaggia sottile, chiamato ancora oggi Baia dei Turchi, nelle vicinanze dei laghi Alimini.
La ferocia degli invasori che divisero le madri dai loro figli e torturarono e uccisero più di ottocento uomini, indussero i ragazzini a correre per le vie del paese per avvisare del pericolo dei Turchi e far allontanare senza successo i pochi superstiti alla battaglia.
La storia degli Ottomani è strettamente legata all’arrivo del caffè nelle terre europee e a Vienna, l’introduzione di questa bevanda corroborante venne sdoganata in maniera massiccia dopo la grande vittoria del 1683, che pone fine all’assedio degli Ottomani alla città. Nel campo del Gran Visir Mustafà venne trovata una grande quantità di sacchi di caffè. La storia, mista a un po’ di leggenda, narra che un soldato polacco, tale Kulzycki, distintosi in guerra per la sua grande audacia, ottenne l’autorizzazione di impossessarsi di tale quantità di caffè e di aprire un caffè che venne denominato, Hof der Blaue Flasche (Il Caffè della Bottiglia Blu). Per celebrare la vittoria vennero distribuiti caffè e croissant (dal francese crescente, come la mezzaluna araba). Il caffè e la brioche dovevano rappresentare la stella e la luna della mezzaluna turca sconfitta. Da quel giorno caffè e brioche divennero il tipico abbinamento della colazione che doveva rammentare a tutti il nuovo giorno dopo la grande paura dell’invasione turca.