“Io amo il caffè!”. Esordisce con poche, ma efficaci parole, il maestro delle lievitazioni di Brescia Antonio Pappalardo. Una vita e un destino avvolti da acqua, farine e lieviti. La storia di un bambino che vive i profumi della cucina e se ne innamora girando tra i fornelli e i forni del padre nella sua vecchia pizzeria a Rezzato.
La sua passione la costruisce piano piano e la coltiva anche con gli studi presso la scuola alberghiera. Inizia pertanto la sua attività professionale dietro i fornelli di una cucina e poi tra le dolcezze di una pasticceria. Due percorsi importanti che gli offriranno un profilo esperienziale molto più ampio e variegato. Oggi i suoi due locali, La Cascina dei Sapori di Rezzato e Inedito a Brescia, rappresentano un’oasi gourmet di eccellenza, entrambe riconosciute con i tre spicchi del Gambero Rosso.
“Ho avuto la fortuna di frequentare ristoranti, anche importanti, nella mia vita e, una ciò che mi ha sempre dato da pensare, è questa frase: ‘il caffè, alla fine, non è così importante…’. Ma come? Siamo italiani, per noi il caffè è una religione!”.
La banalizzazione del prodotto è uno dei motivi per cui nei suoi locali, Antonio, ha deciso di portare una forte innovazione e attenzione anche nel servizio del prodotto. “Per me il caffè ha una ricchezza di valori intrinseci importanti e, fondamentalmente, è una pillola di ripartenza nella vita quotidiana. Nei nostri locali è stato motivo di grande riflessione e di ricerca. Da anni collaboriamo con Agust, una torrefazione di Brescia con cui condividiamo visioni e valori. Oggi serviamo una miscela Bio della loro linea EVO con una percentuale maggiore di Arabica”.
Da 4 – 5 anni Antonio cambia la tipologia del caffè due volte l’anno. Una scelta che risponde alla volontà di servire sempre il miglior caffè per il miglior periodo dell’anno. “Non sono per la carta dei caffè. Preferisco cambiare periodicamente il monorigine che scelgo. Ogni volta tutto il mio personale, va in torrefazione, e ottiene la formazione migliore per cogliere tutte le caratteristiche di qualità di quella miscela o quel monorigine”.
Il caffè Antonio l’ha già utilizzato anche come ingrediente delle sue splendide pizze. Una in particolare era composta da: polvere di caffè, coda di gambero, finocchio e arancia.
“Il mio caffè preferito è l’Alto Palomar per la sua complessità e la sua piacevolezza di amaretto e miele, un’acidità delicata e una sensazione setosa e vellutata”.